J.
Green, Città
di carta,
Rizzoli, Milano 2008, ISBN:
978-88-17-03599-6
Città
di carta di John
Green – autore pluripremiato, in vetta alle
classifiche del New York Times grazie anche al precedente
romanzo “Colpa delle stelle” (Rizzoli) –, è la storia
di una fuga inaspettata, quella di Margot, una giovane studentessa
che, a pochi giorni dal diploma, sparisce misteriosamente. Quentin
Jacobsen, timido, remissivo e ligio al dovere, è sempre stato
innamorato della ribelle, avventurosa e misteriosa Margot Roth
Spiegelman fin da quando, da bambini, hanno condiviso un’inquietante
scoperta.
Con il passare degli anni, il loro legame speciale sembra essersi spezzato: Quentin si è
gettato a capofitto nello studio, suona nella banda della scuola,
odia l’idea del ballo di fine anno e passa i pomeriggi a giocare ai
videogiochi con i suoi due migliori amici, Ben
e Marcus;
Margot è la ragazza più popolare della scuola, seduta sul sedile
passeggero della decappottabile del ragazzo più popolare, circondata
da amiche bellissime. Ma, alla vigilia del diploma, Margot appare
all’improvviso alla finestra di Quentin perché ha bisogno del suo
aiuto per vendicarsi della sua migliore amica e lo trascina in piena
notte in un’avventura indimenticabile.
Fra effrazioni,
vandalismo e un romantico ballo all’ultimo piano di un grattacelo,
riesce a scoprire qualcosa sulla ragazza che è diventata la sua
migliore amica d’infanzia. Forse le cose possono cambiare, forse
tra di loro tutto ricomincerà. La mattina dopo, però, Margot
scompare misteriosamente e Quentin scopre degli indizi che potrebbero
rivelargli dove è andata. Tutti credono che si tratti di un altro
dei suoi colpi di testa, di uno dei suoi viaggi on the road che
l’hanno resa leggendaria a scuola. Ma questa volta è diverso.
Il romanzo è una
riflessione su cosa significa vivere davvero, sull’importanza
dell’amicizia e dell’amore ma anche sul diventare grandi,
crescere e lasciarsi alle spalle la spensieratezza dell’adolescenza.
Se “ogni istante della nostra vita è pensato in funzione del
futuro”, Margot invece è sul punto di negare ogni cosa,
lasciando un vuoto che sembra chiedere soltanto una risposta
immediata alla propria famiglia e agli amici di scuola: <<Ognuno
all’inizio è una nave inaffondabile. Poi ci succedono alcune cose:
persone che ci lasciano, che non ci amano, che non ci capiscono o che
noi non capiamo, e ci perdiamo, sbagliamo, ci facciamo del male, gli
uni agli altri. E lo scafo comincia a creparsi. E quando si rompe non
c’è niente da fare, la fine è inevitabile. (…) Però c’è un
sacco di tempo tra quando le crepe cominciano a formarsi e quando
andiamo a pezzi. Ed è solo in quei momenti che possiamo vederci,
perché vediamo fuori di noi dalle nostre fessure e dentro gli altri
attraverso le loro>>.
Solo Quentin sarà
disposto a mettersi alla prova fino in fondo e, grazie a un percorso
difficile e faticoso, sarà capace di ascoltare la richiesta di aiuto
di Margot.
Cosa
vuol dire Città
di Carta e quale significato
multiplo viene attribuito dall’autore
all’espressione del titolo? Spiega John Green: <<Essenzialmente,
volevo
una definizione diversa di “città di carta”
per
ogni sezione del libro,
ognuna delle quali
rappresentasse un
modo differente dell’immaginazione di Margot proposta da Quentin.
Nella prima parte, Quentin
vede Margot in una sola delle sue dimensioni.
Per lui, la ragazza ha lo spessore della carta, non è nient’altro
che l’oggetto del suo desiderio. Nella
seconda parte, lui vede una ragazza che è metà presente e metà
assente, quindi inizia
a pensare a lei con maggiore complessità,
ma ancora senza pensare a lei veramente come un essere umano. Nella
parte finale del romanzo, l’immagine
nel complesso riconnette Quentin a Margot,
ma non nel modo in cui lui avrebbe sperato>>.
Maria Chiara Coppola
V liceo Istituto S. M. Mazzarello
A.S. 2016/2017
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