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sabato 8 ottobre 2016

Recensione Samuele Uzzo (a cura di), I. Calvino, Il cavaliere inesistente, Mondadori, Milano 2011, ISBN 978-88-04-48202-4

                                         
I. Calvino, Il cavaliere inesistente, Mondadori, Milano 2011,   ISBN 978-88-04-48202-4 
                                  
Italo Calvino nasce a Cuba nel 1923 e muore a Siena nel 1985. Dopo gli studi e la Resistenza in Liguria, si laurea in lettere a Torino. Dal 1947 al 1983, lavora a vario titolo per l’editore Einaudi. Vive a Sanremo, a Torino, a Parigi e dal 1980 a Roma. Collaboratore di quotidiani e riviste, dirige insieme con Vittorini Il menabo’ di letteratura. Tra le sue opere ricordiamo: Il sentiero dei nidi di ragno (1947), Ultimo viene il corvo (1949), Il visconte dimezzato (1952), Fiabe italiane (1956), Il barone rampante (1957), I racconti (1958), Il cavaliere inesistente (1959), Marcovaldo (1963), Le cosmicomiche (1965), Ti con zero (1967), Le citta’ invisibili (1972), Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979), Palomar (1983), Lezioni americane (1988). 
La storia narra di un cavaliere senza corpo di nome Agilulfo che, nonostante ciò, esiste e indossa sempre la sua armatura bianca. Durante una battaglia con i Saraceni, conosce un giovane cavaliere, Rambaldo, innamorato di Bradamante, unico cavaliere donna dell’esercito, la quale a sua volta è innamorata di Agilulfo. Una sera, durante la cena, alcuni alcuni cavalieri si vantano delle loro mirabili imprese. Le insinuazioni di Torrismondo sulle reali origini di Agilulfo e sul modo in cui diventa cavaliere sono la cornice all’interno della quale si snoda il racconto della vita del protagonista principale. 
L’autore si sofferma sulla figura del cavaliere inesistente (simbolo dell’uomo moderno) che appare privo di identità e pressoché inesistente agli occhi di tutti e del mondo che lo circonda. L’uomo del nostro tempo viene descritto da Calvino come smarrito, perso, fondamentalmente vuoto, proprio come risulta vuota la bianca armatura indossata dal protagonista del romanzo, Agilulfo.                                                                                            Un altro tema predominante nell’opera di Calvino è quello “dell’essere e dell’apparire”. Calvino, nella sua opera, si sofferma anche su altre tematiche, quali la consapevolezza di se stessi, la formazione dell’essere e, infine, la ricerca interiore. 
Per tali motivi, ritengo che il cavaliere  inesistente sia sicuramente  un testo consigliabile ai giovani lettori liceali e a tutti coloro che indagano e si interrogano circa i problemi legati all’uomo in quanto membro della società moderna.
Samuele Uzzo
V liceo Istituto S. M. Mazzarello

A.S. 2016/2017

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