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sabato 17 settembre 2016

Recensione di Andrea Nasca (a cura di), H.G.Wells, La guerra dei mondi (titolo originale The War of the Worlds), Mursia, Milano 2014, ISBN 978-8895288154

H.G.Wells, La guerra dei mondi (titolo originale The War of the Worlds), Mursia, Milano 2014, ISBN 978-8895288154

Herbert George Wells, nato a Bromley il 21 settembre del 1866 e morto a Londra il 13 agosto del 1946, è stato uno scrittore britannico molto famoso per i suoi romanzi di fantascienza, genere di cui è considerato il padre assieme a Jules Verne. Wells scrive La Guerra dei mondi a Londra nel 1897 e questa è considerata la sua opera più importante.
La narrazione di questo racconto si divide in due parti: nella prima, il protagonista (avente lo stesso nome dello scrittore) si reca per diverse sere nell’osservatorio astronomico del suo amico Ogilvy. Entrambi, verso la mezzanotte, notano un'esplosione sul pianeta Marte. All’inizio pensano che sia dovuta ad una collisione, ma successivamente lo stesso fenomeno si ripete altre volte, sempre alla stessa ora. Soltanto dopo diversi giorni, queste esplosioni cessano. Un paio di giorni dopo, avvistano una meteora che cade sulla terra nella landa di Woking vicino Londra. Ogilvy è tra i primi ad avvicinarsi alla meteora; questa aveva una forma molto strana per essere una meteora, era cilindrica. In poche ore, la notizia fa il giro di tutta l’Inghilterra e, in brevissimo tempo, moltissime persone si recano a vedere la meteora caduta, notando dei rumori sovrumani provenire dal suo interno. Dopo un poco, l’estremità del cilindro inizia a svitarsi finché dal suo interno non esce una creatura aliena, alta più di 30 metri con una corazza e dotata di un’arma micidiale: un raggio ardente che al solo tocco uccide e fonde qualsiasi cosa. Il marziano compie una strage dalla quale solo poche persone riescono a salvarsi e a scappare mentre l’esercito si organizza. Intanto, sulla terra, continuarono a cadere cilindri e i marziani si moltiplicano: era iniziata la guerra. Il protagonista e sua moglie si preparano per la fuga, dirigendosi verso Leatherhead dai loro cugini. Ma una notte, il protagonista decide di ritornare a casa sua senza la moglie. Giunto a casa, Herbert incontra nel suo giardino un artigliere che gli consiglia di abbandonare la città. Intanto, l’esercito comincia ad uccidere i marziani ed Herbert, durante la fuga, sviene e perde la memoria ma viene subito soccorso da un pastore.
Nella seconda parte del racconto il protagonista, sopravvissuto, trova una dimora dotata di provviste sulle rive del fiume Tamigi, dove rimane per quindici giorni iniziando a pensare a diversi piani di sopravvivenza. Dal suo nascondiglio, Herbert riesce ad osservare l’attività marziana.
Diversi giorni dopo, giunta la notizia che i marziani erano stati sconfitti, il protagonista decide di fare ritorno a casa sua. Cosa troverà Herbert? Che ne è stato della moglie e del cugino?
Il protagonista di questo racconto è il narratore, infatti, il libro è scritto in prima persona; gli antagonisti sono i marziani.
Il narratore vuole evidenziare il coraggio del protagonista di fronte alla guerra, mentre dei marziani vuole mettere in evidenza la determinazione nel portare a compimento lo sterminio della razza umana, nell'obiettivo di impadronirsi della terra.
La narrazione avviene in ambienti all’aperto e la vicenda si svolge in un arco di tempo molto lungo, seguendo un ordine cronologico chiaro e definito.
Wells utilizza molti dialoghi ma ricorre anche al monologo interiore per sottolineare le riflessioni del protagonista e i suoi stati d’animo. Il messaggio che l'autore ci vuole trasmettere è che, per quanto la situazione possa essere complicata, non ci dobbiamo mai scoraggiare e dobbiamo sempre avere la forza di andare avanti.
Questo libro mi è piaciuto moltissimo, soprattutto perché mi ha insegnato a guardare sempre avanti e a non darmi mai per vinto.

Andrea Nasca
III A S.M.Mazzarello
A.S. 2015/2016

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