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domenica 18 settembre 2016

Recensione Francesco Saladino (a cura di) J. Swift, I viaggi di Gulliver, Tre Sei Scuola, Chiaravalle 2007, ISBN 978-88-8414-333-4



J. Swift, I viaggi di Gulliver, Tre Sei Scuola, Chiaravalle 2007, ISBN 978-88-8414-333-4



Jonathan Swift, nato a Dublino nel 1667 e morto nel 1745, è stato uno scrittore e poeta irlandese, autore di romanzi e pamphlet satirici. La sua opera più nota, I viaggi di Gulliver, narra la storia di un medico che, dopo essersi laureato al college di Cambridge, si stabilisce a Londra con la sua famiglia. Oltre ai suoi studi, Gulliver si dedica all’arte della navigazione. Attratto dal viaggio, lavora come chirurgo a bordo di alcune navi. Il 4 maggio 1699 accetta l’offerta del capitano Guglielmo Prichard, comandante dell’Antilope, e si imbarca per i mari del sud. Mentre si dirigono verso le Indie Orientali, una tempesta divide la nave in due. Gulliver e alcuni marinai si mettono in salvo su una scialuppa che poi si rovescia. Gulliver si salva nuotando finché non trova la riva. Stanco, si distende sull’erba e si addormenta. Al risveglio si trova legato e immobilizzato. Guardatosi attorno, scorge delle creature non più alte di 15 centimetri con arco e frecce. Gulliver grida così forte da farle scappare ma, un’attimo dopo, alcune di loro scagliano le loro frecce su Gulliver. Il medico cerca di tranquillizzarsi pensando che a notte fonda sarebbe potuto scappare ma, dopo un po’ di tempo, le creature che parlano una lingua incomprensibile, gli portano del cibo e dell’acqua. Successivamente, grazie a diecimila cavalli, Gulliver viene trasportato nella capitale per essere mostrato a tutto il popolo. Dopo diverse avventure e peripezie, il protagonista riesce a fare ritorno a casa ma, dopo pochi mesi, riparte perché la voglia di viaggiare lo spinge ad un secondo viaggio che lo porterà dritto verso Brobnignag.

Gulliver è un personaggio molto gentile. Attraverso il racconto dei suoi viaggi, emerge il suo amore per l’avventura.  

Il linguaggio  usato dall’autore è piuttosto scorrevole e la sintassi è semplice.

Il testo è forse rivolto a lettori troppo piccoli e, infatti, è molto sintetico. Gulliver compie ben quattro viaggi, mentre in questo libro ne vengono descritti soltanto due. Però, devo ammettere che la lettura è stata molto divertente, perché è impossibile che esistano delle persone basse 15 centimetri o alte 15 metri. Mi è piaciuto molto perché anche a me, come al protagonista, piacciono molto i viaggi e le avventure! 

Francesco Saladino
IIIA Mazzarello
A.S. 2015/2016

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