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sabato 17 settembre 2016

Recensione Edoardo Capilli (a cura di) L. Sepùlveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Mondadori, Milano 1998, ISBN 978-88-286-0365-8

L. Sepùlveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Mondadori, Milano 1998, ISBN 978-88-286-0365-8.

L'autore del racconto è lo scrittore Luis Sepùlveda, nato in Cile nel 1949.
Durante una pesca di gruppo, un gabbiano femmina non si rende conto che si sta avvicinando una grande massa di petrolio. Le sue ali restano irrimediabilmente attaccate al corpo, ma la gabbiana, con tutte le sue forze, riesce comunque a mettersi in salvo sulla terraferma, giungendo a casa di un ragazzo che ha un gatto di nome Zorba. La gabbiana, ormai in fin di vita, decide di deporre con le sue ultime forze un uovo, lasciando a Zorba il compito di prendersi cura della piccola e di insegnarle a volare.
Zorba mantiene la promessa e si occupa della gabbianella fino a quando questa non riesce a spiccare il volo. Non solo il gatto, ma anche tutti gli altri personaggi del racconto mostrano un grande senso di responsabilità nei confronti della gabbianella, prestando fede alla promessa fatta alla madre prima che morisse.
Ambientata in luoghi prevalentemente aperti, la vicenda si svolge secondo una sequenza logica di tempo più o meno lunga.
Il racconto in terza persona serve a sottolineare il senso di responsabilità di Zorba. L'intenzione comunicativa dell'autore è quella di spiegare che le specie tradizionalmente nemiche possono invece essere amiche e prendersi una cura dell'altra.
Il racconto mi è piaciuto molto perché semplice e diretto e perché fa riflettere sull'amicizia tra “diversi”.

Edoardo Capilli
III A S.M.Mazzarello
A.S. 2015/2016

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